Alimentandosi in questo modo si favorisce un’industria fondata più sulla logica del profitto e dello spreco che sulla salute dei consumatori;
si favoriscono quegli interessi che portano ad un uso indiscriminato della terra che spezza gli equilibri naturali, introducendo sostanze estranee alla natura che, in un modo o nell’altro, ci vengono restituite; si favoriscono quei meccanismi che creano, laddove si producono le materie prime alimentari per il mondo, miseria, fame, morte, ingiustizia, oppressione. Questo a noi non va.
Vogliamo cibi sani, più nutrienti, più garantiti e ad un prezzo sempre più accessibile a tutti.
Vogliamo che questi prodotti siano diffusi a tal punto da invertire il processo di snaturalizzazione della terra, che la loro richiesta da parte della gente imponga, se non lo ha potuto sinora il buon senso, un sistema di agricoltura rispettosa dell’ambiente e della salute dei suoi abitanti.
Diffondere questa cultura è il lavoro che ci siamo scelti, è ciò che sta al di là dei nostri scaffali e delle nostre confezioni.
E’ doveroso dire a tutti coloro che entrano all’albero, che “cooperativa” non è solo un’opportunità fiscale che può aiutarci nella rivendicazione di prezzi contenuti per gli alimenti biologici, ma è un modo molto più profondo e molto più concreto di fare qualcosa di veramente utile alla nostra qualità di vita e a quella di tutti.